E
così Maurizio Crozza arriva a Sanremo. In 40 minuti, fa uno spaccato (poco)
ironico di ciò che è il quadro politico italiano. Lo fa a circa 10 giorni dalle
elezioni, rivolto a 17 milioni circa di italiani raggelando e disorientando
praticamente tutti.
Non
fa propaganda politica, questo no, non ridicolizza una parte a vantaggio di
un’altra. Questo proprio no. Espone uno scenario tanto desolante da non lasciare
spazio a nessuna illusione, lo fa con critica obiettività senza dimenticare
nessuno dei principali competitori in campagna elettorale.
Un
intervento che credo rimarrà nella storia della televisione italiana.
Ancora
una volta, è quindi un comico a denunciare ciò che tutti registriamo, le
inefficienze, l’improvvisazione, l’approssimazione.
Ancora
una volta, viene lasciato a personaggi dello spettacolo il compito di
evidenziare le anomalie della politica italiana grazie alla scarsissima
autorevolezza di cui godono coloro che della politica, negli ultimi 20
anni, ne hanno fatto un semplice
mestiere.
Un
tempo fu Grillo, il quale, denunciando le cose che non vanno, immaginando di
aver scoperto l’acqua calda, ha pensato bene di creare un movimento e con
questo proporsi.
Proporsi
per cosa? Cosa intende fare, come e con chi, intende far cambiare passo a
questa Italia disorientata e persa? Come intende superare questa crisi che,
ancora prima che economica è decisamente sociale e quindi politica.
A
sentirlo pare che il suo obiettivo primario sia quello di mandare TUTTI A CASA,
addirittura ironizza sulla opportunità di radere al suolo le Istituzioni.
Ebbene, se anche fosse possibile, se davvero ci riuscisse, l’unico risultato
sarebbe quello di ritornare rapidamente alle urne.
Grillo non scende a
compromessi. Intese, accordi, non dico su un intero programma di governo ma
almeno su pochi punti fermi, con lui non sono
immaginabili. Grillo non accetta neanche confronti televisivi. Grillo non si
mette in discussione, non si presta a nessuna critica.
Grillo
ha una non nuova visione radicale ed intransigente…. vedremo.
Crozza
è altra cosa. Denuncia mettendo in risalto i paradossi della politica italiana
ma non costituisce un partito né si propone alla guida di un governo.
Attraverso
la satira politica spiega che il vincitore di Sanremo ed il vincitore delle
imminenti elezioni politiche, in comune avranno il fatto di non poter “contare una mazza”.
Spiega,
in altre parole, il fallimento del bipolarismo, il fallimento di un modello di
governance assolutamente inadatto alla cultura ed alla (breve) storia italiana.
Il fallimento di una proposta politica basata non già sulle cose da fare, sui
progetti e sui programmi ma sul contrasto e sulla lotta all'avversario di
turno. Ieri Berlusconi, oggi Monti.
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